martedì 2 ottobre 2012

(I'll) Never be the same again.

L'ho fatto.
Era tanto che ci pensavo su, e alla fine l'ho fatto.
Dopo ventun anni di felice convivenza, ho deciso di cancellare il mio tatuaggio. Che liberazione.
Avevo una piccola rosa rossa (non sparate a zero: nel 1991 era trendissima) che nel corso degli anni e dei chili persi-presi-persi-presi-persi-presi-persi, era ormai un blob informe.
Il culmine è stato quest'estate. "Mamma, perchè ti sei tatuata un ananas?"
...
Ok. Frena l'infanticidio e rifletti: messaggio ricevuto.
Lungi da me l'idea di ribatterla, ho deciso di cancellarla.
Ho smanettato un bel pò in rete e ho scoperto che esistono sostanzialmente due tecniche per rimuovere i tatuaggi: il Laser Q-Switched, e la TES (tattoo erasing system). Il laser si basa sul riconoscimento, da parte del macchinario, delle cromie del pigmento da eliminare dalla pelle; ad ogni seduta viene tarato per riconoscere un colore, spara i suoi nanodistruttori, si aspetta la cicatrizzazione completa e dopo un mese, un mese e mezzo si fa la seduta successiva, che sarà tarata su un altro colore e così via. L'unico colore impossibile da rimuovere con questa tecnica è il giallo, perchè troppo simile alla cromia dell'epidermide. Ogni seduta costa sui 150/200e, e agisce su pochi cm quadrati; c'è gente che per togliere un dragone dalla schiena spende sui 7000 euro. Fortuna che il mio è meno di una moneta da 50 cent.
Anche la TES si basa sul laser, ma sostanzialmente "sollecita" il pigmento del tatuaggio per poi lavarlo via sparandogli una soluzione liquida pressatissima che contiene (anche) acido acetilsalicilico, talmente potente che basta una sola seduta per zona trattata, toglie tutti i colori contemporaneamente. Ho chiesto un preventivo anche per la TES, ma mi è stata sconsigliata, essendo adatta ai grandi tatuaggi, visto che la singola seduta costa 1500 euro. Millecinquecento-a-botta. E sono zeppi di richieste: basta un concorso nelle forze armate, un lavoro diverso, o una di quelle cazzate della vita tipo il cuore con sopra il nome dell'ormai ex, che o ti trovi tutti i fidanzati con lo stesso nome, e se è un Andrea, Marco o Giovanni ancora ancora, ma se ti sei tatuata un Gianferdinando la successione comincia a farsi complicata.

Quindi, stabilito che me la sarei cavata con 450 e spalmati nei quattro/cinque mesi di sedute, mi imbarco e vado. Valutano il tutto, fanno domande generali di salute, controllano nei e cicatrici, in cerca di cheloidi per capire la reazione della tua pelle. Passata anche questa, si comincia.
Dottore algido, ma è colpa mia che ho visto tutto troppo E.R. e penso sempre che siano tutti carini come Ciccio. Cerco di rompere il ghiaccio.
"Quanto dura, in tutto?"
"Neanche un paio di secondi."
"Davvero? Pensavo qualche minuto!"
"Non sopporterebbe neanche qualche secondo, altro che qualche minuto."
Constatata la travolgente simpatia del dottore, decido che è meglio tacere, tanto per doverlo vedere tre volte in vita mia non credo supererà lo scoglio dell'amigdala. Mi metto sul lettino, indosso degli occhialini tipo quelli da lampada ma pesantissimi, di metallo, non so se di piombo o cosa.

"Sto per cominciare."

e io penso Ma tu guarda se questo mi deve mettere l'ansia, io ero così bella tranquilla nella mia incauta ignoranza, e se non pensavo al fattore dolore mi deve mettere il tarlo lui? ah ma io ho una soglia del dolore altissima e non sarà mica peggio che farlo, il tatuaggio, no? e che potrà mai esser

zzzzzZZZZZZZZZZOT!!!!!!!!!!!!!

"Finito."

Puzza di pollo bruciato.

Un nanosecondo.
Di un dolore.
Ma di un dolore che ho pensato fosse non laser, ma raggi fotonici.


Avevo letto da qualche parte "è come lo schiocco di un elastico sulla pelle". 
A me è sembrato come se Mazinga mi avesse spento addosso la sua sigaretta.

Il dottore mugugna  'rrrivederc'-chiusa porta- e rimango con un'infermiera che mi dà indicazioni sul decorso.
Mi guardo, e del mio tatuaggio non c'è più il nero. Sparito. Volatilizzato. Disintegrato, direi.
Prossime vittime, il rosso e il verde.

Pago, esco. Mi sento nuova. Sono nuova!

Mi sto riappropriando di me stessa!

Tess